Mosca, San Pietroburgo e Gran Canaria: una tournée all’insegna dell’opera italiana per Riccardo Muti e la Cherubini
Mosca 27-28 ottobre Teatro Stanislavskij, Don Pasquale
San Pietroburgo 30 ottobre Auditorium del Teatro Marinskij, Don Pasquale (in forma di concerto)
Las Palmas de Gran Canaria 9-10-11 novembre Teatro Pérez Galdos, Il ritorno di Don Calandrino
È con una tournée internazionale all’insegna dell’opera, da Mosca a San Pietroburgo fino a Las Palmas de Gran Canaria, che si concluderà una annata magnifica per la Cherubini, l’orchestra giovanile fondata da Riccardo Muti.
Dallo scorso dicembre, quando debuttò nell’opera lirica per un nuovo allestimento di Don Pasquale al Teatro Alighieri di Ravenna, la Cherubini ha vissuto una stagione straordinaria che ha preso il via con un’intensa tournée di concerti sinfonici che ha attraversato l’Italia (dal Municipale di Piacenza, dove ha residenza stabile, al Bellini di Catania) anticipando il prestigioso debutto sul palcoscenico del Festival di Pentecoste di Salisburgo con Il ritorno di Don Calandrino, l’opera di Cimarosa scelta da Muti per l’avvio del progetto dedicato al Settecento napoletano che caratterizzerà il festival fondato da Karajan per il prossimo quinquennio. E poi ancora, sempre con Muti, presenze al Ravenna Festival 2007 e a Malta – in agosto – con il Don Pasquale in forma di concerto e con un concerto di musica sacra nella suggestiva cattedrale di San Giovanni.
Don Pasquale e Il ritorno di Don Calandrino, i due titoli d’opera che hanno caratterizzato il 2007 della Cherubini, sono ora il filo conduttore di questa tournée con cui Muti porterà i giovani musicisti della Cherubini a confrontarsi con nuovi prestigiosi palcoscenici.
Primo appuntamento a Mosca al Teatro Stanislavskij dove (sabato 27 e domenica 28 ottobre) sarà rappresentata l’opera di Donizetti che Muti ha definito “importante e straordinaria, al di là dell’aspetto farsesco e delle punte esilaranti, perfetta nell’equilibrio tra musica e libretto”. Un ritorno, quello del maestro Muti, ad un capolavoro a cui è molto legato come dimostrano i i tre illustri precedenti che prima lo avevano visto al debutto a Salisburgo – invitato da Karajan – nell’ormai lontano 1971, l’anno successivo a Firenze e infine alla Scala nel 1994. Ma questo Don Pasquale segna una rinascita, un rinnovamento, come ha avuto modo di sottolineare lo stesso direttore, “ripartire completamente da capo, fare tabula rasa per imboccare una strada nuova”.
La strada nuova è partita da Ravenna Festival che ha dato vita ad un laboratorio curato personalmente dal maestro Riccardo Muti, affiancato da artisti di grande spessore ed esperienza come Claudio Desderi, che ha tenuto un seminario di vocalità e di interpretazione della commedia musicale rivolto al giovane cast, Gabriella Pescucci, pluripremiata firma del teatro italiano e del cinema internazionale che ha disegnato i costumi, il noto scenografo Italo Grassi e Pasquali Mari light designer che vanta importanti collaborazioni nel teatro e nel cinema. La messa in scena delle vicende del Don Pasquale – sempre con le parole di Riccardo Muti – “un libretto perfetto con la capacità di piegare la musica alla parola e di piegarsi proprio al significato profondo di ogni parola”, è di un giovane regista di talento, Andrea De Rosa che ne sottolinea l’ironia e la teatralità creando uno spazio scenico aperto, teatro nel teatro dove i personaggi entrano ed escono mettendo e smettendo i loro panni.
Dopo Mosca sarà la volta di San Pietroburgo, dove su invito del Teatro Marinskij, nel nuovo auditorium, il capolavoro di Donizetti sarà presentato in forma di concerto.
Infine al Teatro Pérez Galdos di Las Palmas de Gran Canaria (9,10, 11 novembre) sarà rappresentato Il ritorno di Don Calandrino, l’opera di Cimarosa riscoperta da Riccardo Muti nell’ambito del progetto sulla Scuola napoletana sostenuto dal Festival di Pentecoste di Salisburgo e da Ravenna Festival. L’opera buffa, dopo il debutto nella città di Mozart – che tanto deve alla scuola napoletana -passa dall’isola spagnola (la regina Sofia di Spagna ha assistito con ammirazione al debutto) prima delle recite italiane che inizieranno il 15 e 16 dicembre a Ravenna.
La partitura, datata 1778 e ritrovata dopo anni di oblio nel conservatorio napoletano di San Pietro a Majella, ci mostra le ‘maschere’ dei personaggi della commedia dell’arte, occupati in intrighi amorosi ed equivoci di una Napoli teatrale che il regista, anch’esso napoletano, Ruggero Cappuccio, sottolinea ed evidenzia con azioni vivaci, trovate sceniche e un allestimento colorato ed ironico.
Il trait d’union tra le due opere si può leggere ancora tra le parole del maestro Muti: “la forza di quest’opera non sta nelle azioni teatrali ma nella comicità del dialogo, delle parole”, ancora quindi l’importanza della parola a cui la musica deve prestare servizio, lezione raccolta da Mozart che legandosi al il librettista Lorenzo da Ponte darà vita ai suoi insuperabili capolavori.
Nel futuro dell’orchestra, dopo questa impegnativa tournée, due appuntamenti con la musica sacra (il 16 novembre a Padova nella Basilica di Sant’Antonio per il FAI e il 17 al Municipale di Piacenza) con un programma che prevede l’esecuzione di due brani del più alto repertorio dell’epoca barocca: il luminoso “Salve Regina” di Nicola Antonio Porpora e lo “Stabat Mater” di Giovanni Battista Pergolesi, la ripresa del Calandrino (in dicembre a Ravenna, Pisa e Piacenza) e il debutto nel marzo 2008 al Musikverein di Vienna.