Ravenna Festival: l’Orchestra Cherubini di nuovo fra i protagonisti della Trilogia d’Autunno

lunedì, 19 Novembre 2018

Dal 23 novembre al 2 dicembre 2018 Nabucco, Rigoletto e Otello al Teatro Alighieri di Ravenna
Si rinnova la straordinaria maratona lirica della Trilogia d’Autunno di Ravenna Festival e, con questa, l’impegno dell’Orchestra Giovanile “Luigi Cherubini” al Teatro Alighieri: dal 23 novembre al 2 dicembre tre titoli si alterneranno una sera dopo l’altra sullo stesso palcoscenico, in una vera e propria “fabbrica dell’opera” sul filo dell’invenzione e della creatività, dove moderne tecnologie e giovani talenti si intrecciano. Ancora una volta la Trilogia sceglie di indagare il genio di Giuseppe Verdi, dando corpo e voce a tre diversi momenti del percorso artistico del compositore bussetano, con due nuovi allestimenti – Nabucco e Rigoletto – e il ritorno in scena dell’Otello già parte della Trilogia 2013. I musicisti della Cherubini saranno guidati da Pietro Borgonovo per Nabucco, da Hossein Pishkar – che è stato fra gli allievi della terza edizione dell’Italian Opera Academy di Riccardo Muti – per Rigoletto, da Nicola Paszkowski per Otello.

Non poteva che essere Nabucco (1841) ad aprire la Trilogia destinata a ripercorrere la straordinaria parabola creativa di Verdi. È in quella partitura che si gettano le basi del successo irresistibile di Rigoletto (1851), primo tassello del trittico “popolare” e tra tutte l’opera prediletta dall’autore. E, in fondo, anche dell’estremo rinnovamento che in Otello (1887) germoglierà dal verbo shakespeariano, approdo inevitabile della “parola scenica” verdiana. Se il drammatico contrasto che unisce e separa Otello e Desdemona sarà ricostruito per trasparenze e schegge di luce, il nuovo allestimento di Rigoletto contrapporrà il mondo della corte ducale – rigoglioso d’immagini della Mantova del Mantegna, di Giulio Romano, di Rubens – al nudo paesaggio di buio e luce dove si consuma il dramma, attualissimo, di Gilda. Ancora sulle tracce dei voleri del compositore, che in un momento particolarissimo e drammatico della propria vita quale la perdita della moglie e dei figli trovò nuova ispirazione nell’afflato biblico di questa vicenda, Nabucco sfocerà in un affresco corale capace di assorbire in sé le singole individualità.

Per portare in scena tre opere diverse sullo stesso palcoscenico, il Teatro Alighieri si trasforma in un’instancabile macchina produttiva, ma anche in un vero e proprio laboratorio, luogo di sperimentazioni nel campo degli allestimenti e delle tecnologie scenografiche grazie all’esperienza e alle invenzioni di un team affiatato: Cristina Mazzavillani Muti alla regia, il light designer Vincent Longuemare, il visual designer e video programmer Davide Broccoli e Alessandro Lai per i costumi.