Roberto Vecchioni meets Orchestra Cherubini

sabato, 13 Giugno 2015

Palazzo Mauro De Andrè, domenica 14 giugno, ore 21

Menestrelli contemporanei, in grado di cogliere lo spirito del tempo e di regalarne a tutti una sintesi in parole e musica: nella propria costante ricerca sulle diverse sfaccettature della musica, Ravenna Festival ha spesso dedicato uno spazio ai maggiori esponenti della canzone italiana d’autore. Ecco che questa edizione ha scelto un altro punto fermo e di eccellenza di questo panorama, il milanese Roberto Vecchioni: cantautore, paroliere, scrittore, poeta, insegnante e, oggi, anche attore. Domenica 14 giugno, ore 21 al Pala De Andrè, si arricchisce così un “palmares” composto già da nomi come quelli di Franco Battiato, Francesco De Gregori, Gino Paoli, Renato Zero, Peppe Servillo e Vinicio Capossela. Il “Professore” sarà protagonista, in assoluto primo piano, di un concerto-ritratto in cui sarà affiancato dai giovani musicisti dell’Orchestra Cherubini, diretta da Mario Menicagli.

Il concerto è stato reso possibile dalla collaborazione di CMC, Federazione delle Cooperative della provincia di Ravenna e Legacoop Romagna.

Roberto Vecchioni, classe 1943 (compie gli anni il 25 giugno), “professore” della canzone italiana, ha sempre alternato liriche di grande intensità culturale e canzoni all’italiana, scritte in ogni caso con estrema raffinatezza. Nella sua opera, è ricorrente l’intrecciarsi del proprio essere con i più svariati miti della storia, della letteratura o dell’arte, questi ultimi presi in prestito, non tanto per descriverne le gesta, piuttosto come espediente per rappresentare una parte di sé. Molto spesso nella stesura delle proprie liriche ha utilizzato la struttura del monologo: testi in prima persona, con i quali racconta, e si racconta, a qualcuno. Meno frequentemente c’è un dialogo, ad esempio nella semplice forma di “recitativo”, in funzione di prologo. In ogni caso c’è sempre la ricerca del contatto, della comunicazione, fino ad arrivare alla confessione: «Io non appartengo più alle cose del mio tempo / non mi riconosco più, lì nascosto dietro un canto».

Il programma immaginato per Ravenna Festival prevede una alternanza di tracce musicali (cui certamente si aggiungeranno attesissimi “bis”) e cinque stacchi “parlati”, in cui Roberto Vecchioni esplicita le scelte musicali e in realtà racconta la propria storia, artistica e non solo. E’ con questa alternanza, sempre preziosa e calibrata, che Roberto Vecchioni ha composto la partitura de “Il mercante di luce”, concerto-ritratto, addirittura biografia sul pentagramma (oltre che riferimento esplicito al proprio romanzo omonimo), immersa nella meraviglia di una compagine orchestrale perfetta per il proprio percorso culturale: un “professore” non poteva che scegliere un’orchestra di giovani straordinari come la Cherubini. Perché i giovani sono «contrabbandieri di sogni, se li portano dentro, te li vendono sottobanco – commento l’artista – e tu ci caschi ogni volta, pensi di volertene andare e invece sei sempre con loro». A maggior ragione in un’occasione come questa, di un evento che interazione fra musica e parole.

Oltre ai brani arrangiati per orchestra, ritaglierà per sé due intensi momenti di sola voce e chitarra (“Le lettere d’amore”); e voce e violino (“Vincent”). Arrivando naturalmente a “Chiamami ancora amore” che gli ha portato il primo posto a Sanremo nel 2011; senza dimenticare i propri gioielli d’autore, da “Luci a San Siro”, del primo album; a “Samarcanda”, il titolo probabilmente più pop di tutti. Non un semplice concerto ma, come ha spiegato durante le prove dell’anteprima di Milano, «un’interazione di musica e parole, con la quale cerco di raccontare il mondo del bello, partendo da alcuni mie personaggi, che nascono dalla letteratura e dalla cultura. Per questo sono compresi anche inserti con versi di Saffo e di altri poeti».